Mostra Fotografica 13 dicembre 2009
Interagire con scatto: sette fotografi e un dipinto del ‘700
a CA’ CORNERA stazione di sosta nel delta del Po
In occasione della XV° Settimana dei Beni Culturali in Polesine
Nino Migliori
presenta alcuni scatti inediti “Gente del Delta ” (1958)
CA’ CORNERA stazione di sosta nel delta del Po
PORTO VIRO (RO) – www.cacorneradeltapo.it
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XV° Settimana dei Beni Culturali in Polesine
CA’ CORNERA stazione di sosta nel delta del Po
PORTO VIRO (RO) – www.cacorneradeltapo.it
Gianpaolo Gasparetto
ha il piacere di invitarla
domenica 13 dicembre 2009 – ore 11,00
con la straordinaria partecipazione di NINO MIGLIORI
all’inaugurazione della mostra
durante la presentazione
Pier Luigi Bagatin racconterà la pittura di Giorgio Anselmi
Angelo Maggi parlerà del gruppo MIGNON
Nino Migliori dedicherà alcuni scatti inediti “Gente del Delta ” (1958)
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possibilità di pranzare, per informazioni e prenotazioni telefonare al 0426 325457
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Il Granaio
Ca’ Cornera stazione di sosta nel delta del Po
dal 13 dicembre 2009 al 10 gennaio 2010
orario 10,00/12,00 e 16,00/19,00
ingresso libero, cataloghi in mostra
Interagire con scatto: sette fotografi e un dipinto del ‘700
Anche noi di Ca’ Cornera condividiamo, con entusiasmo, il tema che caratterizza “La XV Settimana dei Beni Culturali in Polesine” : Il Settecento in Polesine – vita e cultura artistica. Riscoprire come lo stile di quel tempo influenzò ogni aspetto della vita, trasformando tutto in travolgente splendore e “illuminando” ottimisticamente le capacità razionali dell’uomo. Quale miglior viatico per apprezzare la prossima mostra su Mattia Bortoloni e il ‘700 veneto a Palazzo Roverella di Rovigo !?
Dal prestito di un dipinto del ‘700, da amici collezionisti, dal raffinato intuito, è scaturito, qui a Ca’ Cornera, una sorta di “laboratorio” con l’instancabile e propositivo gruppo fotografico MIGNON di Padova composto da: Fatima Abbadi, Ferdinando Fasolo, Roberta Lotto, Mauro Minotto, Giorgio Pandolfo, Giampaolo Romagnosi, Angelo Tassitano.
E’ vero il piacere della contemplazione! E’ il fine di tutta la ricerca estetica.
In primo luogo, l’impatto con la grande tela “Presentazione di Gesù al tempio” attribuita all’ Anselmi (1723 – 1797).
Giorgio Anselmi (1723 – 1797), pittore frescante formatosi, assieme a Mattia Bortoloni, all’ombra di Antonio Balestra nella Verona del fine settecento, ammirato dalla letteratura artistica Barocca , quale vivace autore di lavori in affresco e ad olio, attivo soprattutto in Lombardia, nel Veneto, nel Trentino e in Emilia. Negli anni maturi mentre eseguiva, per la bella e sontuosa chiesa di Santa Sofia a Lendinara, gli affreschi della cupola e dei pennacchi, disgraziatamente cadde da un’impalcatura e morì il 30 marzo 1797. E’ quando si misura con i temi sacri che dà il meglio. E’ sapiente nella sua arte di mescolare i secoli e le culture. Qui, nella nostra tela, affiora anche l’interesse per le realizzazioni di Rembrandt, come dimostra la presenza del vecchio barbuto Simone che sembra tolto di peso dalle incisioni del maestro olandese. Ma la verve che anima l’insieme, dove tutti i personaggi sono legati fra di loro dalla dinamica dei gesti, è tipicamente settecentesca e conferisce al dipinto una vitalità nuova. Il ritmo si fa quasi concitato, le figure sono come prese in un vortice.
L’idea di accostare gli scatti di sette fotografi all’opera dell’Anselmi nasce dal proposito di offrire un’esperienza estetica più che didattica. Corrispondenze che emergano da sole alla sensibilità dello spettatore e non solo imposte dalla teoria del confronto con la tela settecentesca. Un esercizio di sensibilità per uno sguardo doppio, di incrocio, di incontro, di sovrimpressione mentale. Un “faccia a faccia” di scatti basati sulle emozioni per opposizioni o per contiguità, fino a dar vita a sequenze di un involontario documentario: sincopato, interrotto, ma coerente. Zoomate e messe a fuoco per porre in rilievo solo alcune parti del dipinto : isolare particolari dall’insieme, calibrare giochi, modulare rapporti, definire priorità. Quello che potrebbe colpire lo spettatore non è tanto la diversità delle fotografie, nella molteplicità delle esperienze ma la prevista concordanza dell’utilizzo del bianco e nero che accomuna, per scelta, tutto il gruppo Mignon. Loro sanno bene che pure il “bianco e nero”, citando il grande Nino Migliori, “ha un suo cromatismo, che è subito evidente nelle infinite gamme di grigi, che danno profondità e rilievo, come se si trattasse di vari colori e dunque a suo modo anche il bianco e nero è un vero, puro colore”. Nell’immobilità delle rappresentazioni, non mancano i colpi di teatro: ombre sorgono dallo spazio. Diaframmi luminosi, per dividere l’arte e gli spettatori dalla realtà, sostituiscono la luce universale con quella quotidiana per scolpire il tempo. Puro teatro quasi cinema. Personalità che, pur appartenendo a costellazioni differenti diventano registi di un film estremo, che potremo dire come Pasolini, è “lingua vivente della realtà”.
Novembre, 2009
Gianpaolo Gasparetto
B i o g r a f i e :
Nino Migliori
Bologna 1926
La fotografia di Nino Migliori, dal 1948, svolge uno dei percorsi più diramati e interessanti della cultura d’immagine europea. Gli inizi appaiono divisi tra fotografia neorealista con una particolare idea di racconto in sequenza, e una sperimentazione sui materiali del tutto originale ed inedita. Le Ossidazioni, i Pirogrammi, nei primissimi anni Cinquanta sono opere che non hanno confronti nel panorama della fotografia mondiale. Dalla fine degli anni Sessanta il suo lavoro assume valenze concettuali ed é questa la direzione che negli anni successivi tende a prevalere. Nel ’79, nel ’93, nel ’95 partecipa alla Biennale di Venezia. www.ninomigliori.net
Sue opere sono conservate alla Galleria d’Arte Moderna – Bologna;
CSAC – Parma;
Museo d’Arte Contemporanea Pecci – Prato;
Galleria d’Arte Moderna – Roma;
Bibliothèque National – Parigi;
Musée Ratti – Arles;
Museo di Praga;
Museum of Modern Art – New York;
Museum of Fine Arts – Houston;
Museum of Fine Arts – Boston; Polaroid International MUSEUM – U.S.A. ed altri.
Mignon
Padova 1995
Nasce da un’idea di Giampaolo Romagnosi che, insieme a Mauro Minotto ed Angelo Tassitano, intende realizzare un progetto fotografico finalizzato alla rivalutazione delle piccole cose che appartengono alla quotidianità, fissando come unico vincolo la ripresa e la stampa in rigoroso bianco e nero. Alcuni incontri con fotografi “umanisti” hanno contribuito a fornire gran vigore ed entusiasmo al progetto del gruppo. Le frequentazioni con Giovanni Umicini, influenzano la poetica del gruppo determinando un’attenzione particolare alla “street photography”.L’incontro e l’amicizia instaurata con Naomi e Walter Rosenblum, hanno segnato la conferma della bontà delle intenzioni progettuali del gruppo. Recentemente il rapporto con il prof. Angelo Maggi, docente di Storia della Fotografia presso la Facoltà di Architettura dell’Università di Venezia, ha stimolato un nuovo interesse per i luoghi e gli spazi segnati dalla presenza umana. www.mignon.it
Pier Luigi Bagatin
Lendinara 1952.
Studioso, esperto d’arte, giornalista, socio ordinario dell’Accademia dei Concordi di Rovigo, corrispondente interno della Deputazione di storia patria per le Venezie. Dirige le riviste “Beni culturali e ambientali in Polesine” e “Il legno nell’arte. Tarsie e intagli d’Italia”. Ha pubblicato saggi e articoli di carattere storico e artistico. Dal 1981 è direttore della prestigiosa biblioteca “G. Baccari”di Lendinara. Nel settore della tarsia lignea ha edito alcuni studi fra i quali: L’arte dei Canozi lendinaresi (Trieste, Lint, 1987; 2^ ed., 1990), La tarsia rinascimentale a Ferrara (Firenze, Centro Di, 1991), Le tarsie dello studiolo di Urbino (Trieste, Lint, 1993;2^ ed. 2004), Preghiere di legno. Tarsie e intagli di fra Giovanni da Verona (Firenze, Ed. Toscano, 2000); Le pitture lignee di Lorenzo e Cristoforo da Lendinara (Treviso, Antilia, 2004).
Angelo Maggi
Hitchin (Gran Bretagna) 1968
Ha maturato esperienze a livello internazionale nell’ideazione e organizzazione di mostre, stringendo rapporti di collaborazione con gli Istituti Italiani di Cultura in Gran Bretagna, con le National Galleries of Scotland di Edimburgo, con il Museo di Storia della Fotografia Fratelli Alinari a Firenze. Dal 1999 al 2002 ha insegnato Storia della Fotografia e Storia dell’Architettura presso l’Edinburgh College of Art – Heriot-Watt University. Attualmente insegna Storia della Fotografia presso la Facoltà di Architettura dell’Università Iuav di Venezia. Insegna inoltre presso le Facoltà di Lettere e Filosofia delle Università di Trento e di Venezia.