a cura di Maurizio Rebuzzini
Articolo preso da http://www.fotographiaonline.com/gordon-parks-1912-2006/#prettyPhoto
Grande fotografo statunitense, Gordon Parks è autore di indimenticabili immagini della dura vita di tutti i giorni a Washington, nei ghetti neri di Harlem, in Sudafrica, terra di ingiustizie e segregazione. La sua grande sensibilità lo ha portato anche verso il ritratto, e Gordon Parksha fotografato con grande intensità i miti del tempo, da Muhammad Ali a Ingrid Bergman, daLangston Hughes a Leonard Bernstein, a Alexander Calder.
Sfogliando l’ultima monografia compilata prima della sua scomparsa, Half Past Autumn -catalogo dell’omonima retrospettiva itinerante, partita dalla Concoran Gallery Art, diWashington, alla fine del 1997, e veicolata per dieci anni abbondanti-, ci si rende conto della grande produttività dell’autore, abituato a non immobilizzarsi su uno stile o una esperienza, capace di passare con disinvoltura e abilità dal bianconero documentaristico al colore, per l’alta moda europea e per i più recenti lavori di ricerca.
Nel prezioso volume (testimonianza di una esistenza), le fotografie di Gordon Parks sono accompagnate da testi redatti dallo stesso autore, attraverso i quali vengono svelate le storie racchiuse dietro ogni immagine, le motivazioni che lo hanno spinto a dedicare gran parte della propria vita alla ricerca del bello, alla lotta contro la violenza e l’oppressione, contro il razzismo che lui, nero del Kansas cresciuto orfano in Minnesota, ha dovuto provare sulla propria pelle.
Oltre che fotografo, Gordon Parks è stato anche regista hollywoodiano. Tra i film diretti, il più noto è Shaft il detective, del 1971.
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